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Bio
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Marta Camisani

Ho trovato la vecchia tastiera di mio nonno a 5 anni, lo consideravano tutti pazzo ed era un’artista.
Chissà perché questi due termini sono sempre così associati l’uno all’altro, ed immaginate mia mamma quanto fosse contenta quando decisi a 9 anni di entrare in conservatorio!

Ho studiato musica per 10 anni, tra bacchettate per stare dritta con la schiena e nastro adesivo sul corpo per coprire i primi tatuaggi che mi facevo da sola.
Ho suonato e cantato in qualche piccola band, sperando di diventare una cantante soul famosa.
Nel frattempo ho frequentato un liceo artistico perchè, oltre che con la musica, riuscivo ad esprimermi soltanto con il disegno.
Mi hanno insegnato a modellare la creta che adoro tutt’ora, figura dal vero e dipinto libero; più la modella era brutta e deforme più amavo riprodurla.
È proprio in questo periodo che ho iniziato a tatuarmi, la mia famiglia era da sempre propensa a questo tipo di arte, perciò non è stato difficile aumentare di anno in anno i disegni che ricoprivano il mio corpo; vedermi “coperta” mi dava un senso di protezione che piano piano diventò l’essenziale.

Dopo il liceo sono stata travolta da un mondo molto affascinante; capire chi e come avesse potuto creare tanta bellezza nell’arte.
L’ accademia di restauro fu per me il passo successivo, in uno splendido ex-convento circondato da galline e asini restauravo opere lignee e tele, amavo il ritocco estetico e, proprio in questi momenti, ho imparato ad avere responsabilità, avrei potuto danneggiare opere d’arte senza tempo!

La pazienza e la meticolosità diventarono le mie compagne di lavoro.
Con un piccolissimo pennello puoi dipingere un’ intera pala d’altare! Non ricordo in che sequenza, ma mentre iniziavo i primi lavori di restauro a Brescia e Verona, ho provato a cimentarmi nella realizzazione di gioielli, handmade chiaramente.
Si chiamavano O-mini ed erano piccoli uomini nudi ricoperti di foglia d’oro (utilizzata in quel periodo nel restauro).

Con i miei O-mini frequentavo mercati di hobbisti in diverse province, la fatalità ha voluto che proprio in quel momento storico della mia vita conoscessi un tatuatore di Brescia.
All’inizio della nostra collaborazione gli preparavo solo i disegni che poi avrebbe tatuato, intanto approfondivo la tecnica sulla pelle della mia famiglia…santi genitori!

Capii subito che la passione sarebbe diventata il mio lavoro, e così accadde!
I miei gusti diventarono sempre più chiari e precisi, identificandosi con il mio stile: linee e puntini.
Tutto ciò che mi spingeva ad essere sempre più precisa era così affascinante per me, niente è semplice se cerchi di farlo perfetto.

L’amore per i mandala fu come un colpo di fulmine, le decorazioni geometriche, ornamentali sinuosi, sempre più complicati…
Studiarli in modo approfondito cercando nuove forme, ammirare artisti bravissimi e  prendere spunto da ciò che mi circondava, diventò per me quasi una religione.

L’attenzione per i particolari mi ha sempre ossessionata e la visione dell’insieme sbalordita.

La ricerca del dettaglio mi fa concentrare così tanto che, paradossalmente, mi libera la mente.
Credo che la soddisfazione personale ci tenga in vita e, non potendo raggiungerla mai fino in fondo, la rafforzi ancora di più.
Il mio stile si muove quindi tra disegni puliti, chiari e diretti, dalle sembianze semplici agli occhi di tutti, ma che non hanno margine d’errore; sono composti soprattutto da spessori di linee diverse che li completano, danno loro “movimento” e convivono a volte tra sfumature puntinate, delicate e precise.

Creano ordine nella mente di chi li guarda. E questo mi piace.

La strada dello yoga e della meditazione è arrivata in modo davvero naturale, dal pranayama all’esecuzione di asana: un’arte che mi aiuta a rafforzare ancora di più il controllo sull’esecuzione dei miei lavori.
Mi avvicino così alle rappresentazioni ornamentali ed, in modo particolare, a quelle buddhiste.
Per compensare all’ordine ed alla precisione del mio lavoro, ho spesso avuto bisogno di una valvola di sfogo, in un primo momento trovata quasi sempre dal creare statue in creta, ma negli ultimi anni soprattutto nei miei quadri; sono quadri concettuali, astratti che si distaccano completamente dallo studio di disegni definiti.
Sono puro istinto, gesti impulsivi, incontrollati…ma la cosa più importante ed essenziale per me è questa: non li creo su richiesta.

Nella vita spero di potermi esprimere sempre liberamente, in ogni momento e in ogni luogo mi trovi, mi auguro di meravigliarmi e stupirmi ogni giorno, di riuscire ad imparare continuamente senza che nessun pregiudizio riesca a limitarmi.
Vorrei sentirmi ispirata e soddisfatta ogni giorno per ciò che faccio…e chissà cos’altro ancora farò!

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